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Sì al Referendum del 17 Aprile

TRE DOCUMENTI PER IL SI' AL REFERENDUM

 

 

Allegati in calce i testi dei tre volantini diffusi: il primo recante un appello a firma di Osvaldo Ercoli, Antonella Litta, Emanuele Petriglia, Alessandro Pizzi e Peppe Sini; il secondo che elenca undici motivi a sostegno del referendum; il terzo con una sintetica riflessione su quanto emerso grazie all'indagine della magistratura che ha già costretto la ministra dello sviluppo economico alle dimissioni.

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Di seguito un breve profilo dei cinque firmatari dell'allegato appello per il sì.

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Osvaldo Ercoli

Osvaldo Ercoli, già professore amatissimo da generazioni di allievi, già consigliere comunale e provinciale, impegnato nel volontariato, nella difesa dell'ambiente, per la pace e i diritti di tutti, è per unanime consenso nel viterbese una delle più prestigiose autorità morali. Il suo rigore etico e la sua limpida generosità a Viterbo sono proverbiali. E' stato tra gli animatori del comitato che ha salvato l'area archeologica, naturalistica e termale del Bulicame dalla devastazione. E' stato scritto di lui: "Il professor Osvaldo Ercoli è stato per decenni docente di matematica e fisica a Viterbo, città in cui è da sempre un simbolo di rigore morale e civile, di impegno educativo, di sollecitudine per il pubblico bene, di sconfinata generosità. Già pubblico amministratore comunale e provinciale di adamantina virtù, sono innumerevoli le iniziative in difesa dei diritti umani e dell'ambiente di cui è stato protagonista; tuttora impegnato nel volontariato a sostegno di chi ha più bisogno di aiuto, è altresì impegnato in prima persona ovunque vi sia necessità di smascherare e contrastare menzogne, ingiustizie, violenze... Avendo avuto il privilegio immenso di averlo come amico, come maestro di impegno civile, come compagno di tante lotte nonviolente, vorremmo cogliere questa occasione per esprimergli ancora una volta il nostro affetto, la nostra ammirazione, la nostra gratitudine; affetto, ammirazione e gratitudine che sappiamo essere condivise da tutte le persone di Viterbo e dell'Alto Lazio, da tutte le persone che hanno avuto l'onore di conoscerlo e che hanno a cuore la dignità umana di tutti e di ognuno, la civiltà come legame comune e comune impegno dell'intero genere umano, la biosfera casa comune dell'umanità intera". Ed è stato scritto anche: "Ascoltare il professor Ercoli è sempre straordinariamente educativo, e di grande conforto: poiché significa mettersi alla scuola di una persona che unisce il rigore del ragionamento logico all'affermazione del dovere morale e all'intransigenza dell'impegno civile, con una sobrietà, una mitezza ed una saggezza che rendono ogni sua parola, ogni sua argomentazione, non solo un dono prezioso per il pensiero e per l'azione, ma anche un autentico gesto di amicizia che nel suo stesso darsi - in squisita cortesia ed insieme in assoluta chiarezza e onestà - degnifica gli interlocutori tutti invitandoli ad esser parte del bene, del giusto, del vero". Il 2 ottobre 2014, in occasione della Giornata internazionale della nonviolenza, la Città di Viterbo, nella solenne cornice della Sala Regia di Palazzo dei Priori, sede del Comune, gli ha tributato un riconoscimento in segno della gratitudine dell'intera popolazione viterbese per il suo magistero di uomo di pace: dinanzi a un uditorio commosso che aveva gremito la storica sala, il sindaco ha consegnato al professor Ercoli un attestato della riconoscenza della città tutta; nella motivazione del riconoscimento di cui è stata data lettura era scritto: "Al professor Osvaldo Ercoli, già professore amatissimo da generazioni di allievi, già pubblico amministratore di adamantino rigore morale e di strenua dedizione al bene comune, impegnato nel volontariato e nella difesa dell'ambiente e dei diritti di tutti gli esseri umani, animatore di molteplici iniziative di pace e di solidarietà, generoso educatore attraverso la parola e l'esempio al ragionamento logico come al dovere morale e all'impegno civile, di saggezza e mitezza maestro, testimone fedele dell'amore per il vero ed il giusto, amico della nonviolenza, sollecito sempre nel recare aiuto a chiunque ne avesse bisogno come nel contrastare menzogne e violenze, sempre avendo a cuore la dignità umana di tutti e di ognuno, la civiltà come legame comune e comune impegno dell'intero genere umano, la biosfera casa comune dell'umanità intera, la città di Viterbo grata per il suo impegno di pace".

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Antonella Litta

Antonella Litta svolge l'attività di medico di medicina generale a Nepi (Vt). E' specialista in Reumatologia ed ha condotto una intensa attività di ricerca scientifica presso l'Università di Roma "la Sapienza" e contribuito alla realizzazione di uno tra i primi e più importanti studi scientifici italiani sull'interazione tra campi elettromagnetici e sistemi viventi, pubblicato sulla prestigiosa rivista "Clinical and Esperimental Rheumatology", n. 11, pp. 41-47, 1993. E' referente locale dell'Associazione italiana medici per l'ambiente (International Society of Doctors for the Environment - Italia) e per questa associazione è responsabile e coordinatrice nazionale del gruppo di studio su "Trasporto aereo come fattore d'inquinamento ambientale e danno alla salute". E' referente per l'Ordine dei medici di Viterbo per l'iniziativa congiunta Fnomceo-Isde "Tutela del diritto individuale e collettivo alla salute e ad un ambiente salubre". Già responsabile dell'associazione Aires-onlus (Associazione internazionale ricerca e salute) è stata organizzatrice di numerosi convegni medico-scientifici. Presta attività di medico volontario nei paesi africani. E' stata consigliera comunale. E' partecipe e sostenitrice di programmi di solidarietà locali ed internazionali. E' impegnata nell'Associazione nazionale partigiani d'Italia (Anpi) a livello locale e provinciale. Fa parte di un comitato che promuove il diritto allo studio e il diritto all'abitare con iniziative di solidarietà concreta. Presidente del Comitato "Nepi per la pace", è impegnata in progetti di educazione alla pace, alla legalità, alla nonviolenza e al rispetto dell'ambiente. E' la portavoce del Comitato che si è opposto vittoriosamente all'insensato ed illegale mega-aeroporto di Viterbo salvando la preziosa area naturalistica, archeologica e termale del Bullicame di dantesca memoria e che s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti. Come rappresentante dell'Associazione italiana medici per l'ambiente (Isde-Italia) ha promosso una rilevante iniziativa per il risanamento delle acque del lago di Vico e in difesa della salute della popolazione dei comuni circumlacuali. E' oggi in Italia figura di riferimento nella denuncia della presenza dell'arsenico nelle acque destinate al consumo umano, e nella proposta di iniziative specifiche e adeguate da parte delle istituzioni per la dearsenificazione delle acque e la difesa della salute della popolazione. Per il suo impegno in difesa di ambiente, salute e diritti alla dottoressa Antonella Litta è stato attribuito il 6 marzo 2013 a Roma il prestigioso "Premio Donne, Pace e Ambiente Wangari Maathai" con la motivazione: "per l'impegno a tutela della salute dei cittadini e della salubrità del territorio". Il 18 ottobre 2013 ad Arezzo in occasione delle settime "Giornate italiane mediche per l'ambiente" le è stato conferito il prestigioso riconoscimento da parte della "International Society of Doctors for the Environment" con la motivazione: "per la convinta testimonianza, il costante impegno, l'attenzione alla formazione e all'informazione sulle principali problematiche nell'ambito dell'ambiente e della salute". Il 25 novembre 2013 a Salerno le è stato attribuito il prestigioso Premio "Trotula de Ruggiero".

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Emanuele Petriglia

Emanuele Petriglia vive a Viterbo e lavora a Roma; laureato in Scienze Forestali e Ambientali presso la facoltà di Agraria dell'Università degli Studi della Tuscia con una tesi su "Applicazione di un sistema di gestione ambientale secondo la norma ISO 14001 ad uno stabilimento industriale nella provincia di Roma", ha successivamente svolto ulteriori studi e ricerche di ecologia e di economia. Da sempre impegnato in difesa della natura, ha fatto parte del coordinamento "Salviamo l'Arcionello" e del Comitato che si oppose vittoriosamente al mega-aeroporto di Viterbo salvando la preziosa area naturalistica, archeologica e termale del Bulicame da un'irreversibile devastazione; collabora con il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" ed ha preso parte a rilevanti iniziative e campagne per la legalità, di solidarietà, in difesa dei diritti di tutti e dei beni comuni.

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Alessandro Pizzi

Alessandro Pizzi, professore di matematica e fisica, già apprezzatissimo sindaco di Soriano nel Cimino (Vt), città in cui il suo rigore morale e la sua competenza amministrativa sono diventati proverbiali, è fortemente impegnato in campo educativo e nel volontariato, ha preso parte a molte iniziative di pace, di solidarietà, ambientaliste, per i diritti umani e la nonviolenza. Ha promosso l'esperienza del corso di educazione alla pace presso il liceo scientifico di Orte. Ha partecipato nel 2001 con i Beati i Costruttori di Pace ad una azione nonviolenta nel Kivu nella Repubblica Democratica del Congo. Ha partecipato all'azione nonviolenta delle "mongolfiere della pace" ideata e organizzata dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo in occasione della guerra nella ex Jugoslavia. Dal 2005 è assistente volontario nel carcere di Viterbo. E' stato uno dei principali animatori del comitato che ha condotto la vittoriosa campagna in difesa della preziosa area naturalistica, archeologica e termale del Bulicame minacciata da un nocivo, illecito e insensato mega-aeroporto; su sua iniziativa nel 2007 il congresso nazionale del Movimento Nonviolento ha approvato all'unanimità una mozione per la riduzione del trasporto aereo. Sul tema del trasporto aereo, del suo impatto sugli ecosistemi locali e sull'ecosistema globale, e sui modelli di mobilità in relazione ai modelli di sviluppo e ai diritti umani, ha tenuto rilevanti relazioni a vari convegni di studio; e rilevanti relazioni ha tenuto in vari convegni scientifici sui temi della sostenibilità ambientale, delle scelte economiche ecocompatibili, dell'energia, della giustizia globale. E' stato tra i promotori degli incontri di accostamento alla nonviolenza che si sono svolti a Soriano nel Cimino nel 2011-2012. Fa parte del "Comitato No biogas e per la difesa del territorio e dei cittadini" di Soriano nel Cimino. Cura il prezioso sito http://bioidee.it/

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Peppe Sini

Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo, già consigliere comunale e provinciale, è stato dagli anni '70 uno dei principali animatori del movimento che si oppone alle servitù energetiche e militari nell'Alto Lazio (ha preso parte al movimento antinucleare fin dalla prima iniziativa a Montalto di Castro); dalla metà degli anni Settanta è stato uno dei principali animatori della sinistra antitotalitaria a Viterbo; negli anni '90 ha preso parte all'esperienza del "Movimento per la democrazia - la Rete", rappresentativa del movimento antimafia nelle istituzioni; obiettore di coscienza al servizio militare, dagli anni Settanta è persona amica della nonviolenza (condividendo la formulazione di Aldo Capitini); nel 1979 ha fondato il "Comitato democratico contro l'emarginazione" che ha condotto rilevanti lotte contro le istituzioni totali e per i diritti umani e rilevanti campagne di solidarietà concreta; ha promosso e presieduto il primo convegno nazionale di studi sulla figura e l'opera di Primo Levi; nel 1987 ha coordinato per l'Italia la campagna di solidarietà con Nelson Mandela allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano; nel 1991 è stato processato ed assolto per la sua azione contro la guerra del Golfo; nel 1999 ha ideato, promosso e realizzato l'esperienza delle "mongolfiere della pace" con cui ostacolare i decolli dei bombardieri che dalla base di Aviano recavano strage in Jugoslavia (anche per questa iniziativa ha subito un processo conclusosi con l'archiviazione delle accuse nei suoi confronti); nel 2001 è stato l'animatore dell'iniziativa che - dopo la tragedia di Genova - ha portato alla presentazione in parlamento di una proposta di legge per la formazione delle forze dell'ordine alla nonviolenza; è stato dagli anni '80 il principale animatore dell'attività di denuncia e opposizione alla penetrazione dei poteri criminali nell'Alto Lazio - e negli anni '90 ha presieduto la Commissione d'inchiesta ad hoc istituita dal Consiglio Provinciale di Viterbo -; ha ideato e animato due delle più importanti e vittoriose campagne ambientaliste nell'Alto Lazio: quella contro la realizzazione della devastante Supercassia negli anni '80-'90, e quella contro la realizzazione del mega-aeroporto a Viterbo (che avrebbe devastato irreversibilmente la preziosa area naturalistica, archeologica e termale del Bullicame) dal 2007; negli anni '80 e '90 è stato tra i principali redattori del settimanale "Sotto voce" che a Viterbo condusse fondamentali inchieste contro i poteri criminali e il regime della corruzione; dal 2000 è direttore del notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza è in cammino", che ogni giorno diffonde materiali di studio e di riflessione e sostiene e promuove iniziative nonviolente per la pace, l'ambiente, i diritti umani di tutti gli esseri umani. Ha ideato e realizzato dal 2002 a Viterbo le commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre il 4 novembre col motto "Ogni vittima ha il volto di Abele" e promosso la campagna a livello nazionale con questa denominazione. Nel gennaio del 2015 un suo scambio di lettere con il Presidente del Consiglio dei Ministri sulle iniziative necessarie per promuovere la pace ha dato luogo a un vivace dibattito. All'inizio del 2016 ha promosso la costituzione del "Comitato nonviolento per la revoca della decisione governativa di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul".

 

Il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo

 

Viterbo, primo aprile 2016

 

Mittente: "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it, centropacevt@gmail.com, centropaceviterbo@outlook.it

 

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AL REFERENDUM DEL 17 APRILE VOTEREMO SI'

 

 

 

Al referendum del 17 aprile voteremo sì.

 

Per difendere le coste italiane dalle devastazioni, dal degrado e dai pericoli provocati dalle trivellazioni.

 

Per difendere dall'inquinamento l'ambiente marino e tutte le sue forme di vita.

 

Per difendere il diritto di tutte le persone alla salute e a un ambiente salubre.

 

Per difendere il diritto delle generazioni future a un mondo vivibile.

 

Per difendere la bellezza della natura, un bene comune prezioso e insostituibile.

 

Per sostenere l'approvvigionamento energetico da fonti pulite e rinnovabili.

 

Per far cessare lo sfruttamento dissennato e distruttivo delle risorse naturali.

 

Per far prevalere la ragione, la responsabilità, il diritto, la solidarietà.

 

Con la forza della verità, con la forza della democrazia, per il bene comune.

 

 

 

Al referendum del 17 aprile voteremo sì

 

 

 

Osvaldo Ercoli

Antonella Litta

Emanuele Petriglia

Alessandro Pizzi

Peppe Sini

 

 

Viterbo, 16 marzo 2016

 

Stampato in proprio il primo aprile 2016 presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it, centropacevt@gmail.com, centropaceviterbo@outlook.it

 

DIECI RAGIONI PIU' UNA PER IL SI' AL REFERENDUM DEL 17 APRILE

 

La prima ragione

La prima ragione è quasi ovvia: con il referendum si chiede che le concessioni a trivellare in mare nei pressi delle coste italiane in cerca di combustibili fossili non abbiano di fatto una durata pressoché illimitata, ma limiti certi e insormontabili, come ogni legittimo negozio giuridico.

Votare sì a regole certe e limiti rigorosi è quindi un atto di puro e semplice buon senso.

La seconda ragione

La seconda ragione è che l'unico quesito referendario su cui si vota (gli altri proposti - e proposti non solo da movimenti di cittadini, ma da istituzioni dello stato italiano come le Regioni che si affacciano su ambienti marini devastati dagli impianti di trivellazione) assume obiettivamente un significato più ampio: esso ha infatti il valore di difesa dell'ecosistema marino, delle coste italiane, dei legittimi interessi e dei diritti soggettivi delle popolazioni (e delle istituzioni di esse rappresentative) che nelle aree immediatamente interessate dalle conseguenze delle trivellazioni vivono e lavorano.

Votare sì per difendere legittimi diritti e interessi collettivi di primaria rilevanza è un dovere ineludibile di impegno per la legalità, per la civiltà giuridica, per il bene comune della popolazione (e delle istituzioni democratiche) del nostro paese.

La terza ragione

La terza ragione è che il referendum pone in termini stringenti un caso concreto di difesa dell'ambiente, e quindi del diritto degli esseri umani a un ambiente vivibile, non inquinato, non devastato.

Votare sì per proteggere la natura, il mondo vivente che è la casa comune dell'umanità, è un diritto e un dovere di tutte le persone ragionevoli e responsabili.

La quarta ragione

La quarta ragione è che il referendum pone quindi anche - per il medesimo motivo - un caso concreto di difesa della salute, ovvero del diritto di tutti gli esseri umani a vivere in un ambiente salubre, ergo non inquinato e non devastato; giacché il benessere psicofisico delle persone è ovviamente correlato all'ambiente in cui vivono.

Votare sì significa quindi difendere il diritto di tutti alla salute e al benessere.

La quinta ragione

La quinta ragione è che su ciò che tutti riguarda - le questioni concernenti l'ambiente, la salute, la civile convivenza, la sicurezza comune - è giusto e necessario che tutti possano e debbano esprimersi; e che se devono essere prese delle decisioni importanti e impegnative, esse siano prese da tutti insieme: è la democrazia come metodo e come sistema, è la democrazia come potere del popolo. Chi invita a non votare, ad astenersi, in realtà vuole che decisioni che riguardano tutti siano prese solo da pochi avidi potentati economici e politici a danno della stragrande maggioranza della popolazione.

Votare al referendum è quindi un atto di democrazia e di difesa della democrazia.

La sesta ragione

La sesta ragione è che le trivellazioni sono finalizzate ad estrarre fonti energetiche fossili. Ma l'umanità ormai sa che le fonti energetiche fossili non solo sono perlopiù altamente inquinanti ma anche esauribili, e sa anche che tanta parte della crisi ambientale globale che minaccia l'intera umanità è legata a un'economia fondata sulle fonti fossili; e sa quindi che è necessario ed urgente passare a fonti pulite e rinnovabili, in primis l'energia solare.

Votare sì al referendum è un modo concreto per sostenere il passaggio da un modello di approvvigionamento energetico - e da un modello di sviluppo -  ecologicamente insostenibile a uno sostenibile, da una società dell'avvelenamento e della devastazione della biosfera ad una società solidale e responsabile.

La settima ragione

La settima ragione è che la scelta referendaria implica anche una scelta su quale modello di economia debba presiedere al presente e al futuro dell'umanità: se si debba perseverare in un'economia predatoria, dello sfruttamento fino all'esaurimento delle risorse, dell'avvelenamento del mondo vivente fino alla desertificazione, della violenza dell'uomo sull'uomo per l'accaparramento di beni che dovrebbero essere e restare comuni, del primato dell'arricchimento individuale ai danni della vita, della dignità e dei diritti della generalità degli esseri umani viventi, o se invece si debba finalmente uscire da questa preistoria e sviluppare la civiltà umana nella direzione di una economia (etimologicamente: le regole condivise della casa comune) - ovvero ecologia (etimologicamente: la conoscenza condivisa della casa comune) - della solidarietà, della responsabilità, dell'eguaglianza di diritti, della condivisione dei doveri, della cura reciproca, del rispetto per il mondo vivente, del bene comune.

Votare sì al referendum significa impegnarsi per far cessare l'economia della rapina, della sopraffazione e della devastazione, e per costruire insieme l'economia della condivisione, del rispetto, della responsabilità.

L'ottava ragione

L'ottava ragione è la difesa dei diritti delle generazioni future: poiché decederemo noi se lasciare loro un mondo vivibile o irreversibilmente devastato; giacché le generazioni future ancora non esistono, non hanno potere di voto: cosicché ogni volta che si vota per decisioni pubbliche di interesse collettivo dobbiamo saperci porre anche dal punto di vista dei loro diritti e dei loro interessi: dobbiamo essere noi oggi a rappresentare e salvaguardare i diritti e gli interessi degli esseri umani che verranno. E ponendoci la domanda di come difendere i diritti dell'umanità futura noi in realtà ci poniamo anche la domanda su come essere fedeli all'umanità passata: poiché se noi lasceremo un mondo vivibile all'umanità futura allora un'umanità futura vi sarà, e l'esistenza delle generazioni passate avrà ancora un senso e un valore nell'impresa comune dell'umanità; ma se noi distruggiamo oggi il mondo vivente così da mettere a rischio non solo il benessere ma la vita stessa dell'umanità futura, allora con la fine dell'umanità futura sarà annichilita per sempre tutta la storia, tutta la memoria, tutta la civiltà umana dalle sue origini.

Votare sì al referendum significa agire nell'interesse delle generazioni future, e quindi nell'interesse dell'umanità intera: siamo una sola famiglia umana, ogni persona si senta quindi responsabile per l'umanità intera ed agisca di conseguenza.

La nona ragione

La nona ragione è che ogni essere umano in quanto capace di pensare ha il dovere di dire la verità. Coloro che stanno cercando di indurre la popolazione a non partecipare al referendum mentono sapendo di mentire, e con la loro menzogna offendono e umiliano l'intelligenza e quindi la dignità delle persone a cui si rivolgono, delle persone che vogliono ingannare per meglio sottometterle ai loro voleri. Ci indigna un governo che mente alla popolazione. Dire la verità è la condotta indispensabile per la civile convivenza.

Votiamo sì al referendum anche per questo: per affermare il diritto alla verità, per opporci a chi ci mente e pretende ingannarci, ed ingannandoci vuole aggredire e diminuire la nostra umana dignità.

La decima ragione

La decima ragione è relativa a quel criterio epistemologico noto come principio di precauzione, che afferma che anche se non si avesse certezza che un'attività provocherà dei danni, è sufficiente il dubbio che essa possa provocarli per opporvisi. Noi sappiamo che le trivellazioni marine producono gravi danni; noi sappiamo che l'utilizzo delle fonti fossili produce gravi danni; noi sappiamo che il modello di sviluppo fondato sul profitto privato a detrimento del bene comune dell'umanità e della biosfera produce gravi danni; noi sappiamo che questa logica predatrice, questo sistema di potere sfruttatore e devastatore, sono la stessa e lo stesso che presiedono alle guerre (e non solo a quelle per il petrolio), all'ecocidio (fino al disastro ambientale globale che ormai tutti i governi sono costretti a riconoscere), alla riduzione alla fame e alla schiavitù di tanta parte dell'umanità: ed a questa logica e a questo sistema dobbiamo e vogliamo opporci in difesa dell'umanità e del mondo vivente. Ma anche se non sapessimo tutto ciò, ed avessimo solo il fondato dubbio che queste attività estrattive, questo modello di sviluppo, questa logica di dominio e questo sistema di sopraffazione possano essere - come in effetti sono - dannosi per l'umanità, ebbene, basterebbe questo ragionevole dubbio a persuaderci all'impegno per contrastare queste attività, questo modello, questa logica e questo sistema in nome del principio di precauzione che convoca ogni essere umano a fare e permettere solo quello che non danneggia gli esseri umani.

Votiamo sì al referendum anche per questo: per il principio di precauzione, per esercitare la virtù della prudenza, per l'amore e il rispetto che dobbiamo all'umanità e al mondo, per il principio responsabilità.

L'undicesima ragione

L'undicesima ragione è che le trivellazioni deturpano e distruggono la bellezza dei nostri mari e delle nostre coste. Ed anche la bellezza è un bene comune e tanta parte della felicità accessibile agli esseri umani. Difendere la bellezza significa difendere il mondo e la civiltà umana - in questo senso "la bellezza salverà il mondo".

Votiamo sì al referendum anche per difendere la bellezza e quindi l'esistenza del mondo vivente e dell'umanità in esso.

Ergo

Votiamo sì al referendum del 17 aprile in difesa del vero, del bello, del bene.

Votiamo sì al referendum del 17 aprile perché vi è una sola umanità in unico mondo vivente casa comune dell'umanità intera.

Votiamo sì al referendum del 17 aprile per far prevalere il bene comune con la forza della verità, con la forza della ragione, con la forza della democrazia.

 

 

Il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo

 

 

Stampato in proprio il primo aprile 2016 presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it, centropacevt@gmail.com, centropaceviterbo@outlook.it

 

UNA RAGIONE IN PIU'

PER VOTARE SI'

AL REFERENDUM DEL 17 APRILE

 

 

 

 

 

L'indagine della magistratura che ha rivelato come personaggi della lobby del petrolio commettessero gravi reati, e come per i loro interessi godessero di scandalosi sostegni fin nel governo, dimostra una volta di più la necessità di contrastare i poteri inquinatori e devastatori e il regime della corruzione con la scelta e gli strumenti della legalità e della democrazia.

 

 

 

 

 

Anche per questo il 17 aprile votiamo sì

al referendum contro le trivellazioni

 

 

 

 

 

 

Sì alla difesa dell'ambiente

 

 

Sì alla difesa della salute

 

 

Sì alla difesa della verità

 

 

Sì alla difesa dei diritti di tutti gli esseri umani, comprese le generazioni future

 

 

 

 

 

Il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo

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