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Morte per botulino 50 vacche in un allevamento padovano (con 4 biogas intorno)

 Morte per botulino 50 vacche in un allevamento padovano (con 4 biogas intorno)


In Germania il prof. Boehnel della prestigiosa Università di Gottinga, per dieci anni direttore dell'Istituto di biotecnologia tropicale e massimo esperto del botulismo, ha da tempo messo in relazione botulismo nei bovini e diffusione delle centrali a biogas. Diversi veterinari che si occupano di fauna selvatica hanno ricondotto morti di selvatici a botulismo causato dal proliferare delle biobas e allo spargimento dei digestato.Va però detto che oltre al botulismo acuto, patologia nota Boehnel ha individuato anche una forma di botulismo cronico pericolosa per gli animali e per l'uomo.

 

Nel maggio del 2011 la più importante rivista germanica di fauna, caccia e cinofilia ha dedicato allo scottante problema un'inchiesta (link all'articolo originale)  con il titolo shock: TOD AUS DER BIOGASANLAGE. Basta conoscere quattro parole di tedesco per capire: La morte dagli impianti a biogas.
Nell'ambito della conferenza dei servizi per l'autorizzazione della biogas di Castiglion Fibocchi Giorgio PalùProfessore, ordinario di Microbiologia e Virologia nonchè Preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia Università degli Studi di Padova, aveva ritenuto le considerazioni di Boenhel meritevoli di essere prese in attenta considerazione. Ora proprio a Padova scoppia una epidemia di botulino che provova la morte di 50 bovine di un'azienda da latte di Trebaseleghe. Nel raggio di 3-4 km dall'azienda vi sono 4 biogas: 3 sul territorio di Trebaseleghe, una su quello di Piombino Dese. La causa del contagio viene individuata nella carcassa di un animale selvatico. Ma come si è infattato? le ASL devono fare chiarezza al più presto perché la presenza di diverse centrali a biogas e l'allarme lanciato in Germania (e non solo da Boehnel) non può non essere considerato. Sarebbe quanto mai opportuno invitare Boehnel a Padova usufruendo della grande esperienza in materia del ricercatore tedesco. 

http://www.veneziatoday.it/cronaca/epidemia-botulino-allevamento-distributore-mucche-latte-trebaseleghe-martellago.html


Epidemia di botulino tra le vacche da latte, chiuso distributore

L'infezione batterica è scoppiata tra Trebaseleghe e Martellago, probabilmente a causa di una carcassa infetta finita tra le balle di fieno


18 maggio 2013

 


Strage di vacche da latte nel Veneziano. Durante la prima settimana di maggio a Martellago eTrebaseleghe si è verificata una vera e propria morìa di mucche a causa di un avvelenamento da botulino. Cinquanta capi sono rimasti contagiati, alcune rivendite di latte crudo sono state chiuse e un'allevamento è finito sotto sequestro da parte dell'Asl 15.CASO SANITARIO – A segnalare il fatto sarebbe stato lo stesso allevatore, come riporta la Nuova Venezia, che ha allertato veterinario e Asl. In quattro giorni sono morti decine di animali, e l'epidemia ha continuato a falcidiare il bestiame anche dopo il primo, acutissimo, momento di contagio. Sul posto sono intervenuti gli ispettori del servizio igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecniche dell’Asl 15, che hanno circondato con un cordone sanitario l’intero allevamento, mettendo sotto sequestro le stalle e prelevando dei campioni. Proprio le analisi degli specialisti hanno identificato il responsabile nel botulino, batterio tossico letale anche per gli esseri umani. Distrutte di tutte le carcasse infette, cambiata l’alimentazione dei capi sopravvissuti, pulite le mangiatoie, gli abbeveratoi e i miscelatori. Inoltre è stato fatto divieto di autoconsumo, di cessione occasionale e di vendita mediante distributori automatici o conferimento di latte crudo prodotto in azienda e destinato al consumo umano o alla trasformazione.
LE CAUSE – Importantissimo è stato quindi risalire all'origine dell'infezione. Le indagini epidemiologiche, come racconta il quotidiano locale, sono arrivate a stabilire che la tossina era stata ingerita sul terreno, da qui la supposizione che sia arrivata agli animali attraverso il fieno. L'ipotesi più accreditata è che una carcassa di una bestia selvatica infetta sia potuta finire tra le balle di fieno durante la produzione, per essere poi passata nel miscelatore dove vengono inseriti tutti gli alimenti concentrati e le farine e il prodotto è stato distribuito a tutta la mandria. Ora il peggio sembra passato, ma l'allevamento resta sotto sequestro e per questa tragica fatalità l'allevatore ha perso circa 100mila euro.

 

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